Si indica col nome comune di alabastro, un solfato di calcio bi-idrato, usato prevalentemente come pietra ornamentale. E legato alla presenza dei depositi di gesso, del quale costituisce una rimineralizzazione, del messiniano (circa 6 milioni di anni fa). Si è formato nella cosiddetta unità di Lago-Mare insieme ad altri depositi evaporitici, quali gesso, salgemma. Usato principalmente per scopi ornamentali grazie alla facilità con cui si lavora, è stato oggetto di estrazione fin dai tempi deGli Etruschi: si trovano infatti urne cinerarie di alabastro, prodotte tra il IV e I sec. a.C. Agli inizi del Cinquecento riprende un periodo florido di estrazione che raggiunge nel Settecento una vera e propria fase industriale e di fiorente commercio, ad opera di Marcello Inghirami Fei. La lavorazione artigianale ha segnato la cultura volterrana portando anche alla nascita di svariati termini per indicare le numerose qualità di alabastro: con lo scaglione si intendono blocchi bianchi trasparenti che vengono estratti in blocchi che vanno dai 20/30 kg a 10 ql, mentre agata sta ad indicare un alabastro più duro, pregiato di colore giallo bruno; cè poi il bardiglio, che presenta numerose tonalità, il cinerino, opaco, di colore grigio-argilla e la cosiddetta pietra gialla, bianca e luminosa, più rara. Cave di alabastro gessoso si trovano in zona Mazzolla-Spicchiaiola, presso Faltona e Pomarance, ma l'unica ancora attiva e visitabile è situata in zona S.Anastasio, nel comune di Volterra
Per informazioni e visite alla cava: Consorzio turistico Volterra-Valdicecina-Valdera Tel. 058887257 info@volterratur.it |