Le garighe su serpentina rappresentano uno dei tipi di vegetazione più significativi e naturalisticamente interessanti della Val di Cecina, nonché tra i più suggestivi a vedersi nel periodo primaverile.
Tra le garighe più interessanti da poter visitare quelle del Corno al Bufalo a Monterufoli e quelle di Poggio Donato a Caselli, entrambe ricomprese quindi nella Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli
Diffusa anche sui vicini affioramenti delle colline costiere e di quelle più interne della Toscana centro-occidentale, questa vegetazione si presenta nei diversi affioramenti della Valle ma trova la sua massima espressione nella Riserva Naturale di Monterufoli-Caselli.
Un ambiente molto difficile per le piante.
I suoli che derivano dalle rocce ofiolitiche sono assai inospitali per le piante e determinano una rigorosa selezione che conduce alla genesi di una flora e di una vegetazione molto peculiare sia dal punto di vista tassonomico che da quello fisionomico ed ecologico. Le serpentinofite sono infatti piante specializzate nella tolleranza verso fattori chimico-fisici ostili, come le alte concentrazioni di metalli pesanti e di magnesio, la povertà di calcio, la forte carenza di macroelementi nutritivi, la durezza, laridità e il surriscaldamento estivo, tipici della scura roccia serpentinosa. Nelle serpentinofite e nelle poche altre specie che riescono a colonizzare tale substrato, questi fattori inducono alcune sindromi morfoanatomiche che si ritrovano spesso anche in altre situazioni difficili per la crescita: nanismo, maggior sviluppo dallapparato radicale, piante striscianti ecc; inoltre si hanno altre reazioni legate soprattutto allaridità, quali laumento di densità di peli, delllispessimento della cuticola e della quantità di cere di protezione epidermica, nonché una tendenza alla riduzione della superficie fogliare.
Nelle garighe presenti nella Valle ed in particolare in quelle molto estese ella Riserva di Monterufoli-Caselli, sono presenti tutte le specie endemiche delle serpentine toscane: Alyssum bertolonii, Armenia denticulata, Stachys recta ssp. serpentinii, Thymus striatus var. ophioliticus, Centaurea aplopea ssp. carueliana, Euphorbia nicaensis ssp. prostata, Minuartia laricifolia ssp. ophiolitica, Stipa etrusca e Biscutella pichiana ssp. pichiana.
A queste caratteristiche, si aggiungono altre specie non esclusive del serpentino ma che sembrano trovare in questo habitat della Toscana centro-occidentale un habitat di elezione, in particolare Euphorbia spinosa ssp. spinosa, Iris lutescens, Onosma echioides e Plantago holosteum.
Sul serpentino sono infine localizzate alcune popolazioni di specie di notevole rarità e interesse, come Allium moschatum, Tulipa australis, Scorzonera austriaca e Cheilanthes maranthae. Tulipani, iris, narcisi e le altre specie formano mosaici di colori di grande fascino e suggestione. Le garighe serpentinicole su roccia nuda e con scarsissimi valori di copertura sono in contatto e più o meno compenetrate con arbusteti dominati da ginepro rosso (Juniperus oxycedrus ssp. oxycedrus), in individui spesso di imponenti dimensioni. Qui, la copertura più elevata del suolo determina la regressione o la scomparsa di diverse serpentinofite a fronte dell incremento di erbe xerofile, come Bromus erectus, Danthonia alpina e soprattutto Carex humilis. Le garighe ospitano interessanti nuclei eterotopici di rovere (Quercus petraea) in forma di alberelli sparsi in condizioni vegetative spesso mediocri, nonché numerose stazioni di Sorbus aria. |