Con la fine dell’Impero romano la Val di Cecina non subì enormi trasformazioni, in quanto i Goti, che erano i nuovi governanti dell’Italia propagandavano la continuità con le tradizioni romane e mantennero in parte la struttura amministrativa precedente. Un periodo molto devastante fu quello delle guerre greco-gotiche, che si combatterono fra l’impero bizantino e il regno goto per il controllo dell’Italia fra il 535 e il 553 d.C. La Toscana fu interessata dai combattimenti per molti anni e le pestilenze e carestie, che sono la conseguenza di tutte le guerre, ridussero le città in rovine abbandonate e spopolarono le campagne.
Furono i longobardi che, per primi, cambiarono l’assetto del territorio, dopo la conquista di Volterra, avvenuta nei primi anni del VII secolo. La città fu sottomessa al ducato di Lucca e divenne il capoluogo di un gastaldato, governato da un funzionario regio chiamato gastaldo, appunto, che risiedeva in città. Con la nascita del Sacro Romano Impero, grazie alla conquista dell’Italia da parte di Carlomagno nel 774, il controllo della Val di Cecina non venne affidato a un conte, come per altri territori toscani, ma al vescovo di Volterra, che la governò per conto dell’imperatore fino alla nascita dei comuni, avvenuta intorno alla metà del XII secolo.
Fra il V e il IX secolo l’assetto del territorio si trasformò notevolmente rispetto all’epoca epoca etrusca e romana. Non solo le guerre e le pestilenze, ma anche i vari cambiamenti istituzionali lo avevano profondamente modificato. Vi si trovavano pochissimi insediamenti, perlopiù castelli, e i boschi avevano riconquistato il predominio sui campi coltivati, non esisteva più la manutenzione delle strade ed alcune aree di fondovalle si erano ridotte a paludi. A partire dal IX secolo i vescovi favorirono il ripopolamento della Val di Cecina, dapprima dei settori più vicini ai centri abitati ed in seguito in tutta la valle, è a questo periodo che risalgono toponimi come Roncolla, che deriva dal latino Roncare, disboscare, segno di un’area adattata alle esigenze umane, con abitazioni e campi coltivati. Fino al XIII secolo ci fu una continua crescita demografica che permise una rioccupazione e un maggiore sfruttamento delle risorse del territorio, soprattutto quelle minerarie. |