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Teatro Romano

 

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I romani

A partire dal III sec. avanti Cristo incominciò a penetrare in Etruria l’influenza di Roma che, nel corso di pochi secoli, annesse tutte le città etrusche; questa annessione, tranne qualche raro caso, avvenne in modo molto lento, si trattò più una integrazione reciproca che una conquista militare.
Questo processo terminò nel 90 a.C. quando fu concessa la cittadinanza romana a tutta la penisola, ma a quell’epoca Gli Etruschi si consideravano già quasI romani.
Durante la guerra civile fra Caio Mario e Silla, Volterra si schierò dalla parte di Mario e dovette sostenere un assedio di due anni finché fu conquistata (80 a.C.). In seguito alla sconfitta i volterrani persero la cittadinanza romana e molti dei diritti che avevano ottenuto.
Per la città e il suo territorio iniziò un periodo di declino, anche economico, ma in seguito, grazie all’influenza di cui le grandi famiglie etrusche volterrane – in particolare i Cecina – godevano a Roma, i volterrani ottennero la cancellazione di tutte le punizioni.
Fu forse in questo periodo che Volterra divenne colonia romana e una parte del suo territorio, probabilmente quello più vicino al mare, venne centuriato, cioè suddiviso in lotti assegnati a coloni romani.
Fra la fine del I sec. a.C. e l’inizio di quello successivo, Volterra godette di un notevole sviluppo urbanistico. La città si trasformò, forse sulla base di un vero e proprio “piano regolatore”, la cui esistenza può essere testimoniata dalle numerose nuove costruzioni, il teatro di Vallebuona per primo, che sembrano essere allineate secondo nuovi assi viari.
Questi nuovi edifici, caratteristici delle città romane (il teatro, le terme, le cisterne sotterranee) erano finanziate dalle grandi famiglie che ancora controllavano il territorio, che pagavano la costruzione e donavano le strutture alla città.
Il territorio sotto il controllo di Volterra era ricco e produttivo quanto in epoca etrusca e probabilmente era governato dalle stesse famiglie e con gli stessi metodi di alcuni secoli prima. In alcune aree, come ad esempio nella fascia costiera, si impiantarono delle ville di proprietà di ricche famiglie, seguendo un sistema di gestione del territorio fino ad allora non importato nella nostra area.
Un paio di secoli più tardi questa zona si avviò verso un lento e inesorabile declino, in quanto la politica commerciale dell’impero romano privilegiava le zone più vicine alle vie consolari. In Valdicecina solo le aree intorno alla via Aurelia continuarono ad essere sfruttate per l’agricoltura, nel resto del territorio ai campi coltivati si sostituiscono i boschi e le miniere vengono chiuse.

 


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