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 Paesaggio Agrario

Una notevole percentuale del territorio della valdicecina è coltivata.
Millenni di agricoltura hanno contribuito a costruire il paesaggio agrario del nostro territorio.
Fin dall’antichità gli uomini hanno disboscato colline e vallate per ricavarne terreno coltivabile. Nel corso dei secoli sono state introdotte nuove specie di piante, fra cui l’olivo e la vite, la cui coltivazione arrivò dalla Grecia intorno all’VIII secolo a.C.
Il modo migliore per sfruttare il territorio è sempre stato quello di abitare nelle vicinanze delle zone da coltivare; in epoca etrusca e romana la popolazione risiedeva in villaggi o fattorie isolate, come anche per buona parte del medioevo.
A partire dal XV secolo si cominciò a diffondere l’uso del latifondo: le famiglie più ricche iniziarono ad acquistare appezzamenti terrieri accumulando col tempo vasti possedimenti che si estendevano anche per molte decine di chilometri quadrati.
In questi latifondi si coltivava e si allevavano vari tipi di prodotti e animali, con una parte di questi si provvedeva al fabbisogno del proprietario, della sua famiglia e di coloro che vi lavoravano, mentre invece un'altra parte veniva venduta.
Il centro del latifondo era la villa, un tipo di edificio di notevole dimensione, dove erano concentrati i magazzini e tutte le attività amministrative. In una parte della villa poteva risiedere il proprietario e di conseguenza poteva essere riccamente arredata e strutturata in maniera lussuosa. Esempi significativi di ville sono quella di Monterufoli, presso Libbiano, o la Villa del Palagione, nel comune di Volterra.

Il controllo dei terreni poteva essere affidato a fattorie, anche esse strutture molto grandi, ma caratterizzate dalla presenza della sola parte produttiva. In queste strutture produttive risiedeva il fattore, un amministratore alle dirette dipendenze del proprietario.
Le terre erano suddivise in appezzamenti più piccoli dove sorgevano i poderi, oppure i luoghi, edifici ancora più piccoli dove abitavano i braccianti solo nei periodi dei raccolti. Nei poderi risiedevano intere famiglie, che si occupavano di coltivare i terreni; questi contadini, chiamati mezzadri, consegnavano l’intero raccolto al proprietario, salvo una piccola quota necessaria al mantenimento della famiglia.
Questa quota spesso era molto bassa e i contadini che risiedevano in zone poco produttive spesso erano ridotti alla fame.
Con la riforma agraria negli anni 50 del Novecento, molti di questi latifondi furono smembrati e assegnati ai contadini che vi abitavano, questo ha fatto si che le terre venissero maggiormente frazionate con campi di dimensioni minori rispetto a quelli del secolo precedente.
Fu un intervento che ha trasformato e condizionato l’aspetto del paesaggio agrario della Valdicecina, caratterizzato da ampie zone a cultura estensiva e grosse proprietà terriere, che però non corrispondono ai latifondi storici.


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